Politica: Camorra Republic

Maggio 6, 2011 § Lascia un commento

Colpiscono le notizie di questi giorni sugli arresti e i sequestri compiuti dalle forze dell’ordine a danno dei clan malavitosi. Da ultimo quello Polverino: aziende, attività, beni immobili per un valore vicino al miliardo di euro. E colpiscono i nomi degli affiliati, tra i quali alcuni candidati alle prossime amministrative.

Forse non è una esagerazione affermare che siamo di fronte ad una nuova, ennesima, “mutazione antropologica” della criminalità organizzata. Un cambiamento che potrebbe caratterizzare la “terza Repubblica” e il futuro del Paese. Che le mafie abbiano sempre avuto interessi nella politica, non è una novità, e nemmeno qualcosa di imprevedibile. Ma le modalità, affiliati ai clan direttamente candidati in politica, probabilmente si.

D’altra parte si potrebbe dire che questo è un percorso quasi inevitabile: prima elemento quasi “estraneo” alle logiche istituzionali degli anni 50 e 60, poi “strumento” di azione politica pure se “sotto traccia” (basti pensare al ruolo avuto dalla camorra cutoliana nel rapimento dell’onorevole Colombo o al ruolo della banda della magliana nella strategia della tensione). Infine strumento di “consenso” politico, e la storia degli anni recenti fino alle “bombe” del 1993 ne è una conferma, di due “sistemi”, uno legale, l’altro illegale, che hanno nel tempo “dialogato”, influenzandosi reciprocamente (il processo Andreotti ci ha rivelato degli incontri tra esponenti di spicco della politica e quelli della malavita).

Ma nel frattempo le organizzazioni criminali si evolvevano: non si trattava più solo di gestire i mercati della illegalità ma di entrare come protagonisti nella vita sociale ed economica del Paese. Per cui se l’enorme massa di denaro che la criminalità riusciva a rastrellare faceva gola alle banche, esemplare la storia dello Ior e di Roberto Calvi, oggi fa gola un pò a tutti: ne è riprova i quotidiani allarmi lanciati dalle direzioni antimafia sulle infiltrazioni criminali all’interno del tessuto di Regioni estremamente produttive come l’Emilia Romagna o la Lombardia.

Il che, da un punto di vista strettamente “criminale”, è perfettamente comprensibile: sono la prima “azienda” d’Italia, con un fatturato che si aggira sui 100 miliardi di euro, hanno interessi nell’edilizia, negli appalti pubblici, nei trasporti e nella finanza, dunque dal loro punto di vista è probabilmente arrivato il momento del “salto di qualità”.

Perchè continuare a “servirsi” di politici compiacenti ma comunque “estranei” all’organigramma criminale (il reato di “associazione esterna” è stato creato per questo)? Meglio entrare da “protagonisti” nella vita politica del Paese, che i tempi sono ormai maturi: benvenuti nella “Camorra Republic”, un posto dove tutto, ma proprio tutto, è purtroppo possibile.

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